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DROOG DESIGN: L'IMPORTANTE É L'IDEA!

15 Dicembre di Marianna Balducci

do it yourself droog design

L' importante è l'idea! Questo in sintesi il punto di partenza del Droog Design, uno stile, una filosofia e oggi un marchio vero e proprio che ha reso celebri designer come Marcel Wenders, Hella Jongerisu, Teyo Remi, Richard Hutten e Jurgen Bey.

 

I suoi genitori Gijs Bakker e Renny Ramakers, rispettivamente un designer ed una critica e storica del design, fondano il progetto nel 1993 dopo il successo riscontrato a Milano in occasione di un'esposizione di prodotti di vari giovani designer.

 

Drogg diviene così un famoso collettivo di creativi che, senza mai rinunciare ad un percorso autonomo, progettano e producono articoli di arredamento e prodotti di design industriale, in una logica tematica che di volta in volta si rinnova.

 

Viviamo in un epoca di creatività diffusa - sembra essere la constatazione della coppia - e allora perché non stimolarla?

 

L'interattività diviene un valore intrinseco dell'oggetto come dimostra la serie Do Create presentata al Salone del Mobile 2000. In questa serie, gli oggetti, letteralmente, attendevano una determinata azione dell'utente per rivelare il loro senso: la sedia Do Hit è un chiaro esempio dell'invito alla co-invenzione proposta da Droog Design.

 

L'importante è l'idea, e quella di Marijn van der Poll è che, dopo una faticosa giornata di lavoro, la migliore medicina è “esprimersi”, magari con un martello e una poltrona da modellare, sfogarsi su un cubo di metallo plasmandolo.

do-hit-chair

 

Gijs Bakker e Renny Ramakers delineano un percorso ben preciso: “drogg” in olandese significa asciutto, ovvero togliere più che aggiungere, lessi is more, e allora via le frange, avanti un rigore che si contrapponga alla sfarzosità del design griffato. Asciutto è dunque il prodotto a cui si deve giungere partendo da un'intuizione in cui la razionalizzazione delle forme e del riuso si deve fondere con la componente più emotiva della memoria e del valore affettivo.

 

L'oggetto è sempre concettualmente denso e non smette mai di stipulare un rapporto con il suo utilizzatore.

 

La ricetta è rispettata in tutti suoi ingredienti da Hector Serrano che, nel 2002, progetta la sua Clothes hanger lamp. Una gruccia diviene una lampada con una camicia come paralume, può essere la propria o quella di un amore lontano che si vuole evocare con la vista e con l'olfatto: la lampada a incandescenza, infatti, funge da diffusore per l'odore impresso sulla camicia.

 

Ecco fatto: riuso, razionalità ed emozione!

 

A noi non rimane che raccogliere l'invito: do it yourself!

via designmag.it

Andrea Camarda

Commenti

  • Paola Mazzei

    bello! Giovedì, 16 Dicembre 2010 14:47:20
    di: Paola Mazzei - 3 Commenti

    solitamente non amo lo stile "asciutto" e minimal, ma questo lo trovo fantastico!

  • PAOLA SPADA

    love it Giovedì, 16 Dicembre 2010 15:12:45
    di: PAOLA SPADA - 3 Commenti

    Stimoli interessantissimi da cui prendere spunto anche per i nostri workshop ;)

  • Valentina Magliozzi

    :) Giovedì, 16 Dicembre 2010 16:32:32
    di: Valentina Magliozzi - 4 Commenti

    "Sfogarsi su un cubo metallo plasmandolo"...è quello che ho fatto io con la mia auto! Ora sono consapevole di aver modellato un pezzo di design...

  • marianna

    :D Sabato, 18 Dicembre 2010 09:00:50
    di: Marianna Balducci - 73 Commenti

    cosa?! valentina? che è successo???? mi devo preoccupare? :p

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